lunedì 14 gennaio 2013

Contrordine, l'Asse non chiude Tutti a 50 km/h, arriva l'autovelox - Cronaca - L'Eco di Bergamo - Notizie di Bergamo e provincia

Contrordine, l'Asse non chiude Tutti a 50 km/h, arriva l'autovelox - Cronaca - L'Eco di Bergamo - Notizie di Bergamo e provincia


Questa è la capacità amministrativa di chi ci governa. E non parlo di una parte piuttosto di un'altra: per chi non lo sapesse, l'opera in questione doveva essere pronta per i Mondiali di Calcio di Italia '90 ed è arrivata a compimento solo quasi 20 anni dopo, con risultati parecchio discutibili, tanto che sono stati ripetutamente (e assurdamente) abbassati i limiti di velocità (siamo ai 50 Km/h per un tratto stradale a carreggiate indipendenti e a 2 corsie per senso di marcia.
Ora, invece di provvedere, magari trovando i soldi a fronte di altri sperperi, ci mettono pure un autovelox, in attesa di una prossima (quando?) sistemazione.
Al solito, siamo in Italia: quando c'è un problema, facciamo in modo da metterlo dove non batte il sole al prossimo, invece di affrontare le nostre responsabilità

sabato 15 settembre 2012

Rugby: Il week-end ovale di Sky e SportItalia

Questi gli appuntamenti televisivi per il rugby del fine settimana












sabato 15 settembre - SportItalia 2, ore 19.00 (diretta)  - Benetton - Leinster

martedi 18 settembre - SportItalia 2, ore 04.00               - Zebre - Connacht (replica)















sabato 15 settembre - Sky Sport 2, ore 9.25 (rep h. 13.55 SS3)   - All Blacks - Sudafrica

sabato 15 settembre - Sky Sport 3, ore 11.50 (replica ore 18.30) - Australia - Argentina















sab. 15 settembre - Sky Sport 3, h 16.25 (r. 16/09 h 3.15 SSExtra) - Saracens - L. Tigers


sabato 15 settembre - Sky Sport 2, ore 11.30 - Speciale Rugby Dominguez Camp 

grazie a Dotrugby.it per le immagini

giovedì 13 settembre 2012

Rugby: adidas presenta le nuove divise della Federazione Italiana Rugby


In anteprima presentata la campagna “vocidelrugby” e lo spot televisivo con i campioni della nazionale di Rugby e due ospiti speciali: Daniele De Rossi e Danilo Gallinari
settembre 2012
Da oggi il rugby italiano veste adidas, e lo farà fino al 2017. E per la prima volta la divisa della FIR sarà completamente azzurra: maglia, pantaloncini e calzettoni. Presenti al lancio gli atleti azzurri Mirco Bergamasco, Tommaso Benvenuti, Simone Favaro, Giulio Toniolatti, Alberto Sgarbi, Edoardo Gori. Per sostenere il lancio della nuova maglia, adidas ha presentato la piattaforma di comunicazione “voci del rugby” che darà la possibilità a tutti gli appassionati dello sport azzurro di far sentire la propria voce e realizzare il mantra del rugby italiano.
La nuova maglia
Design - La novità è rappresentata dal “total color” azzurro e dalle tre strisce platino che ruotano intorno alla spalla per maggiore visibilità in ogni fase del gioco. Il colletto è bianco con la bandiera italiana ricamata sul retro e il logo è quello ufficiale FIR che ritorna sulle maglie dopo molti anni.
Tecnologie
ForMotion™ - Attraverso l’inserimento di tessuti tridimensionali ed elastici si adatta perfettamente al corpo dell’atleta e migliora la vestibilità della maglia allo scopo di ottimizzare i movimenti e la comodità, aumentando la libertà di azione.
ClimaCool™ - Assicura migliore traspirabilità e consente di mantenere una temperatura corporea ideale anche sotto sforzo. 


Campagna di comunicazione Voci del rugby
Per il rugby italiano è arrivato il momento di far sentire la propria voce ed è questo il punto di partenza di un progetto di comunicazione declinato su TV, Internet, Mobile, oltre agli altri media tradizionali. Le voci del rugby sono le voci dei giovani che si avvicinano a questo sport per la prima volta o lo praticano da anni, ma anche di chi pratica altri sport. Le voci sono state raccolte attraverso interviste e oggi le ritroviamo all’interno della campagna televisiva. Ma questo sarà solo il punto di partenza. Le voci saranno raccolte attraverso un sito web e un’applicazione per smartphone.


TV - Lo spot televisivo ha per protagonisti molti giocatori della nazionale di rugby, tra cui Mirco e Mauro Bergamasco, Sergio Parisse, Gonzalo Canale, Tommaso Benvenuti, Martin Castrogiovanni e un gruppo di ragazzi che pratica il rugby. Non ci sono attori, ma solo sportivi, e le voci fuori campo sono state raccolte all’interno di cinque scuole rugby dal nord al sud d’Italia, dove abbiamo incontrato i ragazzi e li abbiamo intervistati. La colonna sonora è di DumBlonde, una dj che ha mixato suoni veri dal campo da gioco, creando un brano coinvolgente e in linea con le tendenze musicali più all’avanguardia. Per lei anche un cameo nello spot insieme a 2 stelle dello sport italiano, oltre che testimonial adidas: Daniele De Rossi e Danilo Gallinari.
Sito vocidelrugby.com – Accedendo al sito, tutti quelli che amano il rugby avranno la possibilità di registrare un messaggio e pubblicarlo in uno speciale “stadio delle voci”, accessibile anche da facebook e da una mobile app sviluppata per iPhone e Android. Le frasi più belle andranno ad aggiungersi a quelle già presenti nello spot, per creare una versione estesa del brano: un vero e proprio “mantra”, che verrà suonato in occasione dei prossimi impegni della nazionale. Su vocidelrugby.com si potranno ascoltare anche tutti i contributi audio raccolti nelle squadre giovanili che non hanno trovato spazio nello spot.
Le voci dello spot televisivo sono dei ragazzi di cinque scuole rugby italiane. Le frasi esprimono in un linguaggio moderno e contemporaneo valori e aspetti del rugby di sicuro interesse. Eccole:
- Nessun dubbio, nessuna esitazione, nessun cedimento. - claudio t. (roma)
- Non ti puoi arrendere. - francesco p. (roma)
- Noi mettiamo la testa in posti dove tu non metteresti nemmeno i piedi. - stefano s. (monza)
- Corri tanto ma non scappi mai - duccio c. (firenze)
- O hai la palla o non ce l’hai, non c’è molto da capire - stefano t.  (milano)
- Se sai uscire da una mischia sai uscire da qualunque casino… - francesco b. (roma)
- Un pallone ovale va dove vuole lui - giacomo m. (milano)
- L’avversario non è un nemico - massimo r. (firenze)
- Siamo più che compagni di squadra. - pietro s. (roma)
- Siamo fratelli - guglielmo c. (milano)
- Uniti dalla stessa maglia. - andrea s. (firenze)
La campagna di comunicazione è stata ideata e realizzata dall’agenzia Creativa BCube.
Al progetto ha lavorato un team guidato dal direttore creativo esecutivo Francesco Bozza e composto da Andrea Marzagalli (art), Andrea Stanich (copy e client creative director), Sergio Spaccavento (direttore creativo associato).
La regia dello spot è di Matteo Bonifazio per la cdp Movie Magic.
La soundtrack è di DumbBlonde (LuckyBeard rec) adattata al film da Gianfranco Clerici (Executive Producer Screenplay). Le foto della campagna stampa sono di Sebastiano Pessina.
Lo sviluppo del sito e delle app è a cura di Van Gogh.

a questo link la pagina ufficiale della collezione con tutti i modelli e i video degli spot


Café Racer (but not only) corner: Guzzi Bellagio Café Racer

Moto Guzzi Bellagio Café Racer con elementi in alluminio Alu-Tanks





























































Thanx to Rocket Garage

Pin-up: Tiki Pin-Up. Vanessa Diaz



thanx to Rocket Garage

mercoledì 12 settembre 2012

Rugby: IN RISPOSTA A STEFANO IL NERO

Oggi avevo ricevuto e pubblicato questo editoriale de "Il Nero Il Rugby".

A stretto giro di posta arriva la risposta di Stati Generali, sostenitori del candidato Gianni Amore.
Riporto anche questa senza alcun commento, in attesa di un'eventuale risposta dei sostenitori del candidato Alfredo Gavazzi, che sarà riportata allo stesso modo.


Dal Blog il Nero il Rugby

http://networkedblogs.com/C1svz

Molto apprezzabile esporsi in prima persona, molto di più se questo lo fa un blog d’opinione, perchè non si traveste da falso pluralista e viene allo scoperto mostrando un colore che illusoriamente si sperava non avesse, (speravamo di trovare spazio sul suo blog anche noi)….invece il colore ce l’ha è bianco/verde con un grassetto e una sottolineatura blu!

Da responsabile marketing della campagna di Gianni Amore, non ho il problema dell’imparzialità e devo fare il pompiere ogni volta che succede qualcosa che può mettere nella luce che non merita, il candidato che sostengo, sperando che non siano questi ultimi appelli a cambiare un esito elettorale rincorso faticosamente per mesi.

Vorrei quindi  sapere da Stefano il Nero, cosa può avere di meno Gianni Amore rispetto ad Amerino Zatta, se togliamo Vittorio Munari e la Benetton.

Molte cose del programma sono comuni, altre sono state introdotte da Amore per primo, ognuna descritta dettagliatamente, altre ancora assolutamente innovative, più inerenti alla parte industriale, materia di sicura competenza del manager Benetton.

Gianni Amore ha una voce sentita in più occasioni (il dirigente trevigiano è meno mediatico), usa un italiano senza inflessioni meridionali che lo potrebbero, far ritenere la non migliore espressione della 8° potenza economica mondiale (se non ci retrocederanno anche lì!).

Insomma, se Zatta fosse da solo sarebbe ancora da preferire ad Amore?

Una domanda retorica, considerando anche il fatto che non aver giocato a rugby, non è un dettaglio da niente!

Allora vuol dire che lo si vota perchè c’è  Munari o perché la famiglia trevigianadà garanzie al movimento col suo carisma industriale e finanziario, che insomma dietro uno c’è sempre qualcun’altro e che quindi è inutile valutare le persone fine a sè stesse e qui non voglio tirare in ballo l’altro candidato, altrimenti facciamo notte!

Si deve credere che ancora una volta siamo pronti a decentrare la gestione del movimento su parametri troppo vicini all’alto livello, che chiamiamo in soccorso gli uomini forti…..

non va bene, lo ripetiamo da mesi

il movimento italiano deve crescere con le sue gambe, con le sue forze, impiegando i tempi necessari.

Le scelte di Gianni Amore non sono meno ambiziose di quelle di Zatta o Gavazzi, ma è l’unico candidato che ha il coraggio di annunciare che il rugby italiano ha bisogno di una cura da cavallo, che implica una ripartenza quasi da zero come ha fatto il Galles dieci anni fa, per fondare delle basi che collochino l’Italia a livello internazionale, come sta succedendo all’Argentina.

L’unico mattone vero e indiscutibile è la base, è tutto il movimento italiano di cui Treviso è una parte ed una parte eccezionale avulsa dalla normalità.

Ma ci rendiamo conto della difformità che costituiscono i 23 convocati in nazionale tra i Leoni? Dove trovare il senso per far convivere l’attività della nazionale con quella di un solo club unico in Italia, su cui si concentrano questi numeri?

Ma ci rendiamo conto di che consistenza può avere una nazionale che non riesce a pescare giocatori da un territorio lombardo, piemontese, toscano, laziale, campano, siciliano dove giochino abitualmente?

Il rugby italiano non è all’altezza della Benetton che ha mezzi e uomini adatti per un livello che le Zebre, che non sono una squadra, stanno penosamente cercando di raggiungere con degli arraffazzonamenti, frutti della improvvisazione italiana, in uno sport che non la ammette.

Stiracchiare il rugby italiano verso quei livelli di organizzazione ed efficienza di cui necessita, attraverso gli interventi di persone competentissime, ma che non frequentano le zone di confine, non porterà i risultati sperati, perché sono ambiti da riformare da zero, con la creazione di modelli replicabili in ogni regione, non solo in Veneto.

Ciao Stefano, porta pazienza, ma abbiamo poche carte e solo quelle ci possiamo giocare
Bruno Giovetti